giovedì 30 maggio 2013

I videogames sono una forma di design? Il MoMa di New York lancia una sfida (vincente?)!

Lei è uno di quegli esempi che vengono spesso etichettati come“gli italiani che ce l’ha fatta all’estero”.
Stiamo parlando di Paola Antonelli, laureata in Architettura al Politecnico di Milano nel 1990, ha curato numerose mostre di architettura e design in Italia, Francia e Giappone e dal 1994 lavora al MoMA di New York di cui è Senior Curator dal 2007 (grazie al contribuito essenziale svolto per l'inserimento del design tra gli ambiti di ricerca del museo). Questa postilla è importante perché forse dà un’idea in più in merito alla sua recente scelta che è stata molto criticata e ha sollevato un bel polverone tra i critici d’arte.

Qualche settimana fa il museo newyorchese ha annunciato l’acquisizione di alcuni videogames, tra cui PACMAN ( chi non ricorda il cerchio giallo che mangia i puntini!!), Tetris, Another World, Myst, SimCity 2000, Vib-Ribbon, The Sims, Katamari Damacy, EVE Online e altri videogames.



Subito dopo l’annuncio Jonathon Jones, critico d’arte del Guardian ha scritto un pezzo intitolato “ Scusa Moma, ma i videogames non sono arte!”e aggiunge: "non si può mettere nella stessa stanza Picasso e PacMan!"  
All'articolo del Guardian, non era seguita nessuna replica fino a ieri quando la curatrice, in un incontro live su TED talks, ha ribattuto al giornalista: “Il vero problema è che ancora una volta il design viene confuso con l’arte e con l’idea che i designer aspirino a essere definiti artisti! Invece no, i designer aspirano a diventare dei grandi designer!”

Guardate qui tutta la presentazione:




Il punto su cui si è soffermata spesso la curatrice durante l’incontro è che il design è molto di più in una sedia carina, è interazione con le persone...
E su questo siamo totalmente d’accordo, infatti un prodotto di design è pensato, studiato e progettato per avere un’utilità finale, per rendere più agevole la vita delle persone: il design dev’essere funzionale e sociale!

E allora perché i videogiochi non possono essere una forma diversa di “design”? Questa scelta del MoMa è basata su criteri imprescindibili dal design e dall’architettura come l’estetica, lo spazio, la percezione del tempo e il comportamento!

E allora pensiamo un attimo a videogiochi come Sims, dove si simula una vita virtuale, piccoli personaggi completi di tratti fisici e caratteriali diversi tra loro, che nascono, vivono, si riproducono e muoiono. Abitano delle case (da costruire e arredare), hanno un lavoro, guadagnano simoleon (la loro moneta) e vivono esistenze che ricordano quelle delle persone vere.



E voi cosa ne pensate? Credete che sia una scelta azzardata o quantomeno discutibile?

Ps: Capita molto spesso che delle idee borderline siano criticate o respinte. Paola Antonelli racconta che nel 1930 alcuni suoi colleghi aveva proposto al MoMa un esposizione d’arte cubista ma fu bocciata perché non era considerata come arte... 








Nessun commento:

Posta un commento