venerdì 17 settembre 2010

"Abitare il tempo"

Fiera dedicata all’Interior design 2010:
le soluzioni innovative della Vetreria Re

16 – 20 settembre

Vetreria Re
Pad. 7b Linking People e Pad. 8 Architetture d’interni
Verona


Schermi che appaiono quasi per magia dietro a specchi e vetri decorati grazie all’alternanza di materiali diversi. Sono alcune delle proposte che Vetreria Re, in collaborazione con Making Glass, presenta ad Abitare il tempo, fiera dedicata all’interior design giunta quest’anno alla 25esima edizione, che si svolgerà a Verona dal 16 al 20 settembre.

Due gli stand in cui sarà possibile ammirare dei lavori della Vetreria Re e discutere delle novità del settore vetro: al padiglione 8 Architettura d’Interni, le iniziative della Vetreria Re sono inserite nell’ambito del progetto Oversea Building, complesso residenziale fronte mare a Chioggia, firmato dallo Studio d’architettura Simone Michele.

Al padiglione 7 b Linking people sarà invece possibile ammirare il progetto di recupero dell’ex area Snia di Varedo, in particolare con Expo Design e l’hotel del design, sempre realizzato dallo Studio Simone Micheli.

VI ASPETTIAMO
Il profilo di Vetreria ReNata nel 1989, l’azienda con sede a Nerviano (www.vetreriare.it) è leader nell’arte vetraria ed è entrata a pieno titolo tra le aziende operanti nel ”settore del lusso”, in grado di seguire tutte le fasi di lavorazione. Ha collaborato con aziende e professionisti di primo piano operanti nel settore del mobile, della meccanica e della progettazione che le hanno consentito di proporsi al mercato con soluzioni ”chiavi in mano”, occupandosi direttamente di tutti gli aspetti che riguardano sia il prodotto per interni sia per esterni.

Tra i clienti: Emporio Armani, Martini, Hugo Boss, Mariella Rosati, Tod’s, Hermès e Dolce&Gabbana.

[ Articolo tratto da Mondocasablog.com - fonte:
www.vetreriare.it ]

venerdì 10 settembre 2010

Marina Bay Sands: grande opera architettonica

Sdraiata sulla chaise longue nella mia camera al 19° piano ieri, quando sono arrivata, mi sono incantata. Lo skyline della baia di Singapore si srotola elegante lungo la vetrata a tutta parete, nitido nonostante l'umidità al 90% che regna fuori da questo bastione dell'aria condizionata.
Pulito, essenziale, il design delle camere dell'hotel quasi nasconde il lusso che ci circonda e che salta fuori quando apri un cassetto e spuntano diversi servizi di bicchieri per gustare ogni tipo di vino, oppure nella vasca di stile, fuori terra, che sembra galleggiare nell'enorme bagno con accanto una doccia in cui entrerebbero comodamente tre persone.
La hall è impressionante e sottolinea tutte le 11mila tonnellate d'acciaio che l'architetto Moshe Safdie ha usato per costruire questo complesso di entertainment multi-integrato: hotel, casinò, shopping mall di 300 negozi di alta gamma, centro convegni, museo e due isole nella baia, ancora non terminate, in cui troveranno posto tra l'altro il più grande flagship store dell'Asia di Louis Vuitton, in parte sommerso e raggiungibile anche da un tunnel sottomarino.





Sviluppato dal colosso dell'entertainment e del real estate Las Vegas Sands Corporation
, il Marina Bay Sands Singapore è già il più grande resort dell'Asia, la prova concreta che il governo di Singapore - dopo aver dato impulso alla finanza, aver istituito un efficiente sistema scolastico, aver dato una casa a tutti e ridotto il tasso di disoccupazione praticamente a zero - ora vuole puntare sul turismo e sulle esposizioni internazionali. Situato nel cuore della City e di fronte alla Marina, l'hotel è costituito da tre torri di 55 piani, con 2.560 stanze di lusso, 230 con maggiordomo privato.
Sopra alle tre torri è appoggiata e sembra navigare nel cielo un'enorme "barca" che ospita il Sands SkyPark, un ettaro di superficie e una lunghezza superiore all'altezza della torre Eiffel, con giardini tropicali, un osservatorio e la più grande piscina infinity (150 metri) costruita a 200 metri d'altezza. Intanto i negozi in via di apertura fanno il pieno di compratori, che escono carichi di abiti firmati, e fanno la fila per entrare da Bulgari. Sono oltre 300 i negozi di alta gamma, tra cui spiccano (anche se per alcuni i lavori sono ancora in corso) Cartier, Chanel, Ferragamo, Gucci, Franck Muller, Hermès, Prada, Yves Saint Laurent e la lista continua quasi all'infinito. Cenare al Marina Bay Sands sarà poi un'esperienza da gourmet appena i 50 ristoranti avranno aperto, ma in particolare l'offerta punta sulle celebrità della cucina: Daniel Boulud (New York), Wolfgang Puck (Los Angeles), Santi Santamaria (Barcellona), Guy Savoy (Parigi) e Tetsuya Wakuda (Sydney): ognuno di loro avrà un proprio ristorante, un vero e proprio tempio per soddisfare la domanda degli asiatici e degli europei di passaggio.
Sta per essere terminato poi il bellissimo museo a forma di fiore di loto che ospiterà il museo dell'arte e della scienza ed entro dicembre apriranno i due teatri, per circa 4mila posti, e debutterà dopo il successo a Broadway il Re Leone. Il centro eventi all'aperto ospita fino a 10mila persone e il convention center è il più grande dell'area del sudest asiatico, con 120mila metri quadrati di spazi, 45mila posti, in grado di ospitare un banchetto di 6.600 invitati e con la più grande sala da ballo dell'Asia. Nella baia sorgerà, oltre all'isola di Louis Vuitton, il celebre night club dell'attore Bruce Willis. Infine, ma non ultimo perchè sarà lui a garantire i primi alti flussi di denaro fresco, il Casinò. Un'area di 15mila metri quadrati, più di 600 tavoli da gioco e 1.500 slot machine, tutto già perfettamente funzionante: e fa impressione vedere quanti Bancomat ci sono all'ingresso, una sfilata continua di macchine da cui prelevare contanti. Un'attenzione particolare viene riservata ai "grandi giocatori", perchè come ha detto oggi il presidente di Las Vegas Corp. Sheldon G. Adelson (che proprio oggi festeggia il 19° anniversario di matrimonio): «Gli orientali hanno una vera e propria propensione naturale al gioco d'azzardo». Quindi un'area denominata Paiza è riservata a giocatori che rispondono a precisi requisiti e a cui saranno riservate anche 30 sale da gioco private.
La testa gira, quando si entra: sarà il rumore dei soldi o l'enorme lampadario Swarovski appeso a 40 metri da terra, con 132mila cristalli e 16.500 punti luce appositamente realizzati in Corea?
Provare per credere. Perchè Singapore, che già offre un inebriante mix di culture, religioni e tradizioni, ora diventerà, come ha detto Adelson, «un luogo in cui la gente verrà da tutto il mondo per vedere con i propri occhi questa meraviglia dell'architettura e del divertimento».

[ Fonte:
www.luxury24.ilsole24ore.com ]

venerdì 3 settembre 2010

Cersaie 2010: "Costruire, abitare, pensare"

Convegni, incontri e seminari per approfondire i temi dell’edilizia sostenibile, ma anche le grandi trasformazioni sociali e culturali che vanno di pari passo con un nuovo modo di fare architettura.


”Il luogo – scriveva il filosofo Heidegger – è quel punto di convergenza, di riunione e di raccoglimento in cui, come nella punta acuminata di una lancia, in virtù di una irresistibile attrazione, lo spazio si concentra”. Le nostre città sono ancora un luogo? E le nostre case? È pensabile immaginare un futuro per l’edilizia senza tenere conto dei grandi cambiamenti culturali, economici, sociali e ambientali che hanno caratterizzato questo primo decennio del XXI secolo? Domande ”esistenziali”, come la corrente di pensiero del grande filosofo tedesco, eppure estremamente concrete, che trovano realizzazione nei dettagli, nel progetto di un’abitazione, nella pianificazione urbanistica, nei sistemi per l’efficienza energetica.
Anche una ‘’semplice”
piastrella può dirci molto su luoghi e non luoghi, dalla quantità di creatività e design incorporati in essa alle ”prestazioni” in termini di sostenibilità ambientale realizzabili grazie a un suo ampio utilizzo in architettura.
Questo il presupposto del ciclo di convegni e seminari ”Costruire, abitare, pensare”, che va in scena a Cersaie dal 28 settembre al 2 ottobre. Possibili risposte, punti di vista inediti, ”visioni” sul presente e sul futuro dell’edilizia – e della ceramica in edilizia – sono affidate a protagonisti di fama mondiale, nella scienza dell’architettura e non solo.
Tre, in sostanza, i filoni degli incontri, a cominciare dall’ultimo, grande interrogativo a cui tutti gli operatori del settore sono chiamati a dare una risposta: si chiama ”ambiente”, e si traduce ”edilizia sostenibile”. Prende le mosse da questo concetto l’insieme di incontri in materia di sostenibilità ambientale, con focus – affidati ad esperti ed accademici – sulle proprietà intrinseche della piastrella ceramica e sul suo potenziale contributo in termini di prestazioni ambientali dell’intero edificio. Quindi un approfondimento sul ruolo di ricerca e innovazione per rendere competitiva la sostenibilità, ma anche viceversa, cioè considerando la sostenibilità ambientale come un fattore decisivo rispetto all’incremento di competitività.
Da case, alberghi ed edifici sostenibili si passa quindi al secondo filone che anima la kermesse bolognese, cioè il ruolo dell’edificio e degli elementi che lo compongono nella società odierna. Una società profondamente cambiata rispetto a pochi anni fa: quale modo migliore di approfondire questi mutamenti se non partire dagli stili di vita, dalle nuove modalità di fruizione del tempo libero? È qui che si situa il focus sul futuro dell’accoglienza turistica e, per analogia, dell’offerta ricettiva – fatta di edifici, ma anche di un territorio in cui questi edifici si situano – per passare poi a un’analisi degli spazi urbani, di quelli ultra-moderni che il filosofo Augè aveva accusato di essere nient’altro che non-luoghi, come i centri commerciali, e che oggi, al contrario, sono sempre meno un luogo dove fare soltanto la spesa e sempre più una nuova ”piazza”, un micro-cosmo in cui soddisfare anche – se non soprattutto – le esigenze complementari.
Luoghi urbani, luoghi domestici. Se cambia la città, e il modo di pensarla, viverla, costruirla, molto probabilmente cambieranno anche le nostre case. Una nuova modalità di abitare - per la verità già ”di moda” in molte aree del Nord Europa – che si chiama ”social
housing”, ridefinendo alla radice il concetto di privato e di pubblico, di familiari ed estranei, con tutte le conseguenze in termini di arredamento, struttura dell’abitazione, struttura e caratteristiche dei ”nuovi” quartieri. Insomma, grandi trasformazioni urbane che riflettono un più ampio mutamento culturale.
Questo il terzo filone di incontri, che ambisce ancora una volta a far comunicare architettura e cultura, la città e la narrazione della città. Il luogo, infatti, non può esistere senza una buona storia: come raccontiamo le nostre città, le nostre case, come le raccontano gli ”altri” sarà un buon punto di partenza anche per chiedersi cosa è cambiato davvero, negli ultimi due anni, nella nostra società, anche alla luce del grande stravolgimento subito dall’economia mondiale. Raccontare il presente, insomma: un modo per porre la prima pietra del nostro futuro, dei ”luoghi” che verranno.

Per l’accredito agli eventi Cersaie 2010 registrarsi sul sito
www.cersaie.it
Per ulteriori informazioni:
Dr. Andrea Serri
Ufficio Stampa Cersaie
Tel. +39 0536 818111 – Fax +39 0536 806510
Cell +39 348 1504905e

Mail pressoffice@cersaie.it

[ Notizia tratta da Mondocasablog.com ]