venerdì 19 ottobre 2012

Il bagno ecologico

L’attenzione per l’ambiente parte dalla casa: il risparmio energetico, la raccolta differenziata, l’isolamento termico delle pareti e la spesa intelligente sono tutte ottime modalità per trasformare il nido domestico in un concentrato di sostenibilità ambientale. 

E perché, allora, non incominciare una rivoluzione dal bagno, luogo dove avvengono i maggiori sprechi all’interno delle abitazioni? 
Rendere un bagno eco-friendly richiede degli interventi spesso non alla portata di tutti, soprattutto se in famiglia non si è programmata una ristrutturazione degli ambienti con i fiocchi. 
Questo perché è l’acqua il soggetto principale da salvaguardare e lo si può fare solo con opere murarie, tubature ad hoc e altri accorgimenti che non sempre possono attingere alla sfera del fai da te. 

Per quanto non sempre semplicissimi, però, vi sono degli utili consigli da tenere in debita considerazione: 

WC: il WC è uno degli elementi del bagno su cui prestare la massima attenzione. A ogni scarico, infatti, si consumano moltissimi litri di acqua, che potrebbe essere tuttavia risparmiata con degli accorgimenti intelligenti. Innanzitutto, si può installare un WC a doppio pulsante, così che si possa scegliere l’intensità del flusso d’acqua a seconda della tipologia di rifiuti fisiologici da smaltire. Inoltre, vi sono tazze di ultima generazione che, tramite speciali inclinazioni per aumentare la velocità di scarico, consentono di ottenere gli stessi risultati con la metà d’acqua delle soluzioni normali. Un vero toccasana sia per l’ambiente che per il portafoglio: il WC consuma il 27% del fabbisogno di acqua dell’intera famiglia; 

Doccia: la doccia è sicuramente più ecologica della vasca, perché generalmente si consumano meno litri d’acqua anche in caso di sessioni prolungate. È bene, tuttavia, controllare la qualità del proprio erogatore: in commercio ne esistono moltissimi “low-flow” che, pur garantendo la stessa pressione, arrivano a consumare dai 20 ai 50 litri in meno a ogni doccia; 

Rubinetti a sensore: per ridurre i consumi, utilissimi sono i rubinetti a sensore di ultima generazione, come quelli installati in molti bagni pubblici. Aprono e chiudono il flusso dell’acqua solo se viene rilevata la presenza di una parte del corpo, come le mani, evitando inutili sprechi. E il risparmio, anche solo quando ci si lava i denti, è nell’ordine di oltre un centinaio di litri l’anno;

Luci a LED: il bagno è un luogo dove si passa molto tempo, sia per la pulizia che per semplice vanità. È quindi utile installare delle lampadine ai LED anziché quelle classiche, perché riducono dell’80% il carico energetico necessario all’illuminazione; 

Ventole: i bagni ciechi, ovvero privi di finestre, prevedono l’installazione di apposite ventole di areazione. Non basta sceglierne una qualsiasi: è necessario optare per una ventola a bassissimo consumo energetico, di cui molte recentemente incluse negli standard di Energy-Star; 

Pulizia del bagno: anche la pulizia ha un ruolo fondamentale nell’abbattere l’eventuale inquinamento derivante dall’utilizzo del bagno. Per prima cosa, e sembra quasi inutile sottolinearlo, i detergenti dovrebbero essere biologici e privi di fosfati, così da non inquinare terreni e falde acquifere con gli scarichi. Poi, un’adeguata pulizia consente di mantenere gli impianti sempre funzionali: un erogatore doccia a basso flusso, ma otturato dal calcare, perderà gran parte delle sue qualità di risparmio; 

Pulizia personale: meno attinente al bagno come struttura della casa, ma sicuramente rilevante in termini di inquinamento, è la scelta di detergenti per la cura della propria persona. Tutto quello che finisce nello scarico della doccia, della vasca o del lavandino è potenzialmente inquinante, quindi sarebbe meglio scegliere saponi e shampoo biodegradabili, magari di produzione artigianale. 
La regola è quella di leggere sempre bene l’etichetta, soprattutto per i cosmetici. 


[ Fonte: InHabitat - Articolo tratto da www.greenstyle.it ]




venerdì 12 ottobre 2012

La casa che migliora con il tempo

Il Tinbeerwah Residence di Richard Kirk Architects si trova nell'entroterra della Sunshine Coast australiana. 

L'ubicazione della casa è stata progettata con particolare attenzione per rispondere alle condizioni ambientali e per controllare la transizione dal paesaggio 'disegnato' a quello naturale del bosco

L'edificio è posizionato al di sopra di un solido basamento creato per 'separare' l'edificio dal contesto e contribuire alla chiara distinzione tra paesaggio artificiale e paesaggio naturale. 

L'asse centrale della casa ha orientamento nord-sud, verso il monte Tinbeerwah, punto di riferimento per la regione. 

Il progetto della residenza è caratterizzato da volumetrie semplici e da una grande enfasi data alla qualità del materiale, con un impegno, condiviso tra il cliente e l'architetto, volto alla realizzazione di una residenza che migliorerà nel tempo.




venerdì 5 ottobre 2012

Reinventarsi uno spazio in disuso


Un'ex stazione dei bus caduta in disuso da anni. A prenderla in considerazione è stato lo studio di architettura spagnolo Alejandro García Rodríguez.


CREARE UN PUNTO DI ATTRAZIONE PER I TURISTI
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L'idea era ambiziosa: convertire la struttura in un ufficio turistico per la città di Arteixo, comune galiziano di 28.961 abitanti, senza però stravolgere la fisionomia originale dell'edificio. Inoltre, ai progettisti è stata richiesta una particolare attenzione al progetto: da briefing il nuovo ufficio avrebbe dovuto diventare un vero e proprio polo attrattivo per la città, poco nota e ancora poco turisticizzata rispetto ad altre località vicine, a partire dalla famosa Santiago de Compostela.

OPEN SPACE CON PARQUET.
Perché il nuovo centro potesse davvero diventare un'icona e un punto di riferimento nella città – agevolato in questo dalla sua posizione strategica, all'incrocio delle principali vie di scorrimento - gli architetti hanno mantenuto gli spazi originali, ristrutturando gli interni, dotandoli di servizi per gli utenti e creando una sorta di grande open space sviluppato in larghezza su un solo livello. Le pavimentazioni in parquet e le aperture vetrate, a cui si aggiungono dei lucernari sul tetto, contribuiscono a creare un generale senso di ariosità.

DOPPIA PELLE IN GRIGLIA STIRATA.
Pur non disponendo di un ampio budget, i designer dello studio Alejandro García Rodríguez sono riusciti a conferire alla struttura una peculiare personalità anche dall'esterno. Lungo tutto l'edificio è stata creata una sorta di doppia pelle in metallo microforato di colore grigio chiaro, in alcuni punti modellato in maniera geometrica, con un effetto visivo scultoreo. In questo modo, il progetto sembra essere riuscito a mettere a segno l'obiettivo di dare un nuovo centro turistico di design alla città di Arteixo.

[ Fonte: www.casaeclima.com ]