giovedì 19 febbraio 2015

L'arredamento e l'architettura in Grand Budapest Hotel

Il film Grand Budapest Hotel, ennesimo capolavoro di Wes Anderson, domenica 22 febbraio si contenderà con altri film le ambitissime statuette dell'Oscar. 
Per l’occasione abbiamo deciso di fare un piccolo giochetto, che avevamo già fatto con il Grande Gatsby, e ora vogliamo ritentare con questo bellissimo film (probabilmente ci facciamo ispirare dall'aggettivo Grande). 

Grand Budapest Hotel, ottavo film di Anderson, nasce da un mix di ispirazioni, tra cui le commedie degli anni '30.
Il film è stupendamente carico di colori vintage, curatissimo nei dettagli di architettura e abbigliamento. E’ una miscela insolita condita con  immagini fiabesche ottenute soprattutto grazie all’ampio utilizzo delle palette color pastello: rosa, menta, azzurro, caco, giallo canarino- la locandina del film in sé è già un tripudio di colori pastello!



Dato che l'hotel del film attraversa diverse fasi storiche, dal suo apogeo nei primi anni '30, alla caduta sotto il controllo fascista, a costruzione in declino pressoché disabitata nell'era comunista, Anderson è andato a caccia di una location ricca sia del carattere europeo che avesse buone doti di flessibilità visive. Il regista l’ha trovata nella città tedesca di Görlitz, situata a cavallo tra Germania, Polonia e Repubblica Ceca e popolata da palazzi ricchi di influssi architettonici di gotico e barocco, con curve moderne dell'Art Nouveau.
3 generi diversi che ben si prestavano alle intenzioni del regista.
Con il passare degli anni (cinemagrafici) l’arredamento e i colori cambiano. Ed è così che si passa dall’Art Nouveau, i colori pastello e le boiserie






all’arredamento con i colori tipici degli anni ’60: arancione bruciato, verde oliva, marrone, giallo ocra, bordeaux.






Davanti a noi scorrono immagini che ci raccontano i cambiamenti nel mondo del design e dell’architettura europea nei primi anni del ‘900: si passa dalle boiserie alle pareti in legno, da palette rosa confetto a giallo ocra, da sedie in legno lavorato e tavolini in marmo a poltrone di pelle, dal marmo a superfici laccate.




Queste due immagini raccontano esattamente il cambiamento cromatico (e di stile) che avviene durante il corso del film.


Il talentuoso, per non dire geniale, Wes Anderson ha fatto delle palette cromatiche un marchio di fabbrica ( cinematografica).

Vi lasciamo con una chicca per gli amanti dei Lego…
I costruttori della Lego hanno ricreato l’intero hotel con i famosi mattoncini (PS: i colori sono esattamente quelli del film!)

https://www.youtube.com/watch?v=oJ2ezbi3ZCc

Post Scriptum: alla fine Grand Budapest Hotel si è aggiudicato la statuetta per Miglior Scenografia! 

1 commento:

  1. Molto interessante e di ispirazione questo post, anche per la creazione di una palette o di una cartella colori

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