giovedì 8 marzo 2012

Arriva dall'India l'architettura sostenibile

Per ridurre il carico termico dell'edificio gli architetti riprendono tecniche di raffrescamento di oltre 1500 anni anni.

A Jaipur, in India, dove le temperature oscillano mediamente tra i 40 e i 45 gradi e l'umidità raggiunge tassi elevatissimi, la maggior parte degli edifici moderni è dotata di potenti impianti di condizionamento.

FRESCO NATURALE.
Chi, invece, ha deciso di farne a meno è l'Accademia della Moda Pearl, Premio WAF 2009 (World Architecture Festival).
L'edificio è stato, infatti, progettato ispirandosi all'architettura indiana tradizionale, che senza bisogno di aria condizionata o ventilatori riusciva a mantenere gli interni freschi e ombreggiati. La sfida, per i progettisti di Pearl, è consistita nel riadattare alcune soluzioni del passato in chiave moderna, garantendo agli studenti dell'Accademia un microclima ideale all'interno dell'edificio.

UNA PISCINA SOTTO L'EDIFICIO.
Come prima tecnica di derivazione hindi, i progettisti hanno adottato il metodo plurimillenario del bawdi, che consisteva nell'innalzare le fondamenta dell'edificio rispetto al suolo, creando nella porzione di superficie sottostante una gigantesca vasca d'acqua. Profonda 4 metri, questa sorta di piscina risulta funzionale al raffrescamento dell'edificio: evaporando, l'acqua riesce infatti ad abbassare le temperature dello spazio circostante.

UN PATIO IN STILE HINDI.
In questo caso il bawdi è servito anche da espediente per creare uno spazio scenografico: tutt'attorno la pozza d'acqua i progettisti hanno creato un colonnato che richiama gli antichi palazzi indiani. In questo spazio, dove il fresco è garantito, sono allestiti laboratori e attività didattiche e negli anni è diventato uno dei punti di ritrovo e condivisione degli studenti.

APERTURE E COLONNATI.
Guardando agli antichi edifici locali, l'Accademia ha creato una struttura aperta in più punti da cortili alberati e nicchie separate da massicce colonne in calcestruzzo. Questo movimento architettonico, la creazione di aperture e la scelta del cemento garantiscono un flusso di ventilazione naturale e aria fresca tutt'attorno.

GRATA SEPARATORIA.
Infine, come ultima soluzione importata dall'architettura hindi, i designers hanno creato un doppio involucro – interno ed esterno - distanziato di circa un metro. La pelle esterna dell'edificio consiste in una spessa parete in cemento, lavorata a grata: in questo modo, l'interno risulta protetto dall'irraggiamento diretto e preservato dal rischio di surriscaldamento, mentre si assicura un ricircolo d'aria attraverso le aperture della griglia.
“Con questo progetto”, spiega l'architetto indiano Manit Rastogi, “siamo riusciti a dimostrare come spesso le architetture del passato conservino le chiavi migliori per costruire edifici sostenibili ed efficienti”.

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